Se fosse andato in porto un progetto del Pontefice Sisto V alla fine del 1500, piazza della Repubblica, nota con l’antico nome di piazza Esedra che ricalca il complesso architettonico monumentale delle Terne di Diocleziano, sarebbe apparsa ben diversa.
Un grazioso e placido laghetto avrebbe occupato l’intero perimetro della piazza e barche silenziose sospinte dal vento avrebbero fatto la spola su e giù per via Nazionale.
Ma oggi al centro della piazza possiamo ammirare la bella fontana delle Naiadi, causa di molti litigi tra i cittadini romani.
I nudi in bella mostra e le pose lascive ben manifeste del gruppo marmoreo divisero la città tra ” bigotti ” e ” benpensanti “. I primi riuscirono a spuntarla facendo nascondere le audaci forme con un’alta palizzata di legno fino a quando nel 1911, un gruppo di studenti, con una ben organizzata spedizione notturna, riuscì ad abbatterla ponendo fine alla spinosa questione.
Il gruppo centrale, costruito dopo circa 13 anni, rappresenta l’uomo vittorioso sulle forze della natura, ma per il popolo è sempre stato ” l’uomo col pesce in mano “ed ha ispirato uno dei più coloriti sonetti der sor Capanna, famoso cantastorie della città:
” C’è in piazza delle Terme un funtanone che uno scultore celebre ha guarnito cò quattro donne ignude a pecorone e un omo in mezzo che fa da marito.
Quanto è bello quer gigante lì tra in mezzo a tutte quante: cor pesce in mano annaffia a tutte er deretano! “