Dopo l’apertura del Foro, il 12 maggio del 113 d. C. fu inaugurata la colonna di Traiano, alta quasi trenta metri che con il basamento ed il capitello arrivano intorno a quaranta, è composta di quindici tamburi sovrapposti. Fu la prima grande colonna coclide, cioè decorata da un fregio che si avvolge a spirale, con un movimento detto a chiocciola, che illustra, come in un film o in un fumetto, con circa 2500 figure, le fasi salienti delle due campagne condotte da Traiano contro i Daci, nell’attuale Romania, nel 101-102 e nel 105-106 d. C. La narrazione si svolge dal basso verso l’alto e da sinistra a destra e ha inizio con l’attraversamento da parte dei Romani del Danubio su un ponte di barche. Le scene di combattimento sono intervallate da marce, costruzioni di ponti, strade, accampamenti e da scene in cui compare lo stesso imperatore Traiano. Egli è sempre raffigurato in classica compostezza e serietà e in proporzioni maggiori rispetto alle altre figure, secondo il simbolismo tipico del rilievo storico. Su questo modello, venne poi costruita la Colonna di Marco Aurelio che troviamo a piazza Colonna
All’interno della colonna c’è una scala a chiocciola che sale fin sopra il capitello dorico ed è illuminata da finestrelle. Nel basamento una porticina sottostante l’iscrizione apre su un ambiente preceduto da un piccolo vestibolo dove si tramanda che fosse custodita l’urna d’oro contenente le ceneri dell’imperatore. Addossata al basamento fu eretta nel Trecento una cappelletta dedicata a San Niccolò, inizialmente tenuta da un eremita, il quale aveva posto sulla sommità della colonna una campanella, che faceva suonare con una lunga corda; la colonna funzionava così da campanile. La cappella, in seguito, fu fatta abbattere da Paolo III, ma venne poi ricordata nella vicina Chiesa del Santissimo Nome di Maria, con un altare dedicato, appunto, a San Niccolò.
La magnificenza dei marmi, il fulgore dell’oro fin sui tetti ed i cornicioni degli edifici era così grande da commuovere, nel VI secolo, l’allora papa Gregorio Magno, al punto da chiedere a Dio la liberazione dell’anima di Traiano dall’inferno e la leggenda dice che l’ottenne (PAOLO DIACONO XXVII; DANTE).
In cima alla colonna, nel 1587, Sisto V fece porre, al posto della statua di Traiano, la statua di San Pietro, scolpita da Tommaso della Porta e Leonardo Sormani.
Ricordiamo anche che la colonna era decorata con smalti d’oro, vermiglio ed azzurro che rendevano più gradevole l’ammirazione dell’opera, in gran parte andati distrutti per il tempo ed in parte quando Napoleone III nel 1865 ottenne di rilevare in gesso i suoi bassorilievi. Molto probabilmente la colonna Traiana era dorata e colorata interamente. Questa teoria della colorazione è stata dibattuta e non accettata da diversi studiosi, a me piace immaginarla con colori e fregi d’oro che danno più risalto alle figure bianche del bassorilievo.