Palazzo Barberini

Il Palazzo Barberini non è uno fra i maggiori, ma uno fra i “massimi” monumenti di Roma.

Il palazzo risale ad Urbano VIII Barberini, magnifico, prepotente, intelligente, il signore e mecenate del Barocco romano: salito al soglio nel 1623, presentendo di doverlo conservare a lungo, (segnò un record per quei tempi resistendo per quasi 22 anni) volle una reggia degna di sé stesso, della propria famiglia e del proprio rango. E una reggia riuscì a creare, e a godersela anche per parecchi anni. La favolosa “equipe” che riuscì a radunare: Carlo Maderno, Francesco Borromini, Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, insomma quanto di meglio offriva il mercato di allora, lavorò bene ed in fretta. Nel 1633 l’intero palazzo era già compiuto, dopo che ne erano state gettate le basi nel 1624. Restava da affidare a Pietro da Cortona la decorazione dell’immenso salone d’onore: ancora in pieno vigore fisico il Papa poteva inaugurarlo nel 1639, sentendosi ben a ragione rivale, per mecenatismo e buon gusto, di qualsiasi altro sovrano dell’epoca.

L’opera fu sicuramente iniziata dal Maderno che si giovò dell’opera del suo fantasiosissimo cugino, il giovane Borromini. Certamente, però, dopo la morte del Maderno, il Borromini si vide togliere i lavori che furono affidati al Bernini e, cominciò proprio da qui a concepire un odio che diverrà sempre crescente verso il grande rivale che pure era stato un suo ottimo amico e che non ricambierà mai totalmente quell’odio Si ritirò a nemmeno cento passi di distanza sul vertice del colle dando inizio al suo capolavoro personale, il San Carlino. Pare certo che il Bernini abbia modificato i progetti preesistenti, ma fino a che punto? Quell’ardita scenografia del portico e delle ampie logge sovrastanti, con quell’invenzione prospettica straordinaria degli sguinci obliqui delle arcate, destinata a fingere una profondità straordinaria che non c’è, è veramente tutta farina del suo sacco? Sembra più un’idea del Borromini, quel Borromini che creò Palazzo Spada. Il contributo di Pietro da Cortona è ancora da chiarire al 100%, forse sua è la facciata posteriore del palazzo e due portali magnifici, uno nel giardino ed uno sul fianco sinistro. Il solenne scalone a colonne tuscaniche è sicuramente opera del Bernini.

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