Piazza del Popolo nel Medioevo

Se capitavamo nel Medioevo a piazza del Popolo avremmo visto solamente uno spiazzo in terra battuta delimitato a nord dalle mura Aureliane e dalla Porta del Popolo (allora chiamata Porta S. Valentino), da cui partiva una strada rettilinea: via Lata (via del Corso), che altro non era se non il prolungamento di Via Flaminia e che arrivava fino al Campidoglio.

All’inizio del XVI secolo papa Leone X Medici (1513-1521), incaricò dune nomi illustri dell’epoca, Raffaello ed il Sangallo, di realizzare una strada che congiungesse Piazza del Popolo con il Porto di Ripetta: Via Leonina (oggi via di Ripetta)

Alcuni anni dopo, 1523, fu iniziata da Clemente VII l’attuale via del Babuino che, in suo onore, fu chiamata Via Clemenzia, ma non fu terminata sotto il suo papato, la terminò Paolo III ed in suo onore il nome cambiò in via Paolina. La strada partiva da piazza del Popolo alla sinistra di via Lata e, costeggiando le pendici del Pincio, giungeva fino ad un piazzale (oggi piazza di Spagna) da cui una ripida salita alberata conduceva alla chiesa della Trinità dei Monti.

Intorno alla metà del ‘500, una delle più importanti sistemazioni urbanistiche di Roma, il “tridente” (via Ripetta, via del Corso e via del Babuino che partono divergenti da piazza del Popolo), era così compiuta.

Si cominciò allora ad “arredare” la piazza, la cui forma attuale è dovuta ad un progetto del Valadier. Cominciò Sisto V (1585-1590) che incaricò Domenico Fontana di installare al centro della piazza ed in asse con via del Corso, il grande obelisco risalente al XIII secolo a. C., che allora si trovava al Circo Massimo e che era stato portato a Roma dall’imperatore Augusto.

Il papa Alessandro VII Chigi (1655-1677) ebbe per primo l’idea di costruire le due chiese gemelle all’inizio di via del Corso. Alla sua morte l’opera era appena iniziata e fu conclusa dal cardinale Girolamo Gastaldi.

Le due chiese, che anche se sembrano a prima vista identiche in realtà sono molto diverse, furono iniziate dal Rainaldi e completate dal Bernini e da Carlo Fontana. Sono precedute da un portico ornato da statue e sormontato da una caratteristica cupola con copertura a squame. Dalla parte del Corso sono fiancheggiate da un campanile progettato da Girolamo Theodoli.

Oggi parleremo della chiesa tra via del Corso e via Ripetta: Santa Maria dei Miracoli.

Purtroppo esternamente non ho potuto fare foto in quanto la facciata è in restauro.

La chiesa fu terminata nel 1597 e deve il suo nome ad un’immagine miracolosa della Vergine (ce ne sono molteplici a Roma come potete aver visto dalle passate pubblicazioni), che un tempo si trovava “entro uno degli archi interni del recinto di Roma presso la Porta del Popolo” (Armellini)

A pianta circolare ha due cappelle per lato ed è coperta da una cupola ottagonale. L’immagine della Vergine posta sull’altare maggiore è sostenuta da quattro bellissimi angeli scolpiti da Antonio Raggi. Nel presbiterio troviamo i monumenti funebri del cardinal Gastaldi e del fratello Benedetto ambedue ornati da gruppi scultorei sempre dello stesso Raggi.

Sotto l’altare della prima cappella troviamo un’urna dove sono conservate le reliquie di Santa Candida vergine e martire, proveniente dalle catacombe di Priscilla, sulla via Salaria.

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