A circa tre km da Roma, sulla via Appia antica, troviamo il monumento che può essere considerato il simbolo di questa strada: la tomba di Cecilia Metella.
Tra i monumenti più famosi di Roma, costituisce uno dei quadri più suggestivi sulla via Appia.
La tomba fu costruita tra il 30 ed il 20 a.C. in una posizione dominante rispetto la strada. È un mausoleo di forma cilindrica di 20 metri di diametro, impostato su un basamento quadrato e rivestito di travertino.
Fu eletto da una nobildonna romana: Cecilia Metella, da un’iscrizione che è pervenuta fino ai nostri giorni e ancora ben conservata sul mausoleo stesso. Il padre, Quinto Cecilio Metello, fu console nel 69 a.C. e tra il 68 ed il 65 conquistò l’isola di Creta, da cui gli derivò l’appellativo: Cretico. Molto probabilmente il marito di Cecilia era Marco Licinio Crasso, membro del triunvirato formato da lui, Cesare e Pompeo.
L’imponenza della tomba deriva da una sorta di omaggio alla defunta come forma di celebrazione delle glorie, della ricchezza e del prestigio della sua famiglia.
In alto troviamo un elegantissimo fregio, scudi gallici, festoni e bucrani (decorazione marmorea presente in monumenti romani e in contesti sacrali greci, con soggetto di teschi di bue o altri animali).
Sembra che il mausoleo terminasse con una merlatura, quella oggi esistente fa parte di una sopraelevazione operata nel 1302 dai Caetani, che fecero della tomba il maschio del castello medievale adiacente, già dei conti Tuscolo (sec XI), e che si estendeva anche dalla parte opposta della strada. Del castello, nonostante le distruzioni operate sotto Sisto V, rimangono imponenti avanzi di mura, di torri quadre, bifore trilobate e merli ghibellini.
L’interno della tomba è costituito da una camera funeraria di forma leggermente conica del diametro di 6.5 metri, che occupa tutta l’altezza del cilindro, aperta nella sommità da un “oculus” e rivestita da una cortina laterizia di ottima fattura. Probabilmente anticamente erano rivestite da stucchi ora perduti. Secondo il rituale dell’epoca, le ceneri della defunta erano contenute in un’urna, che possiamo immaginare di pietre pregiate, ma asportata già in epoche remote.