Perché i papi cambiano nome

Come Jorge Mario Bergoglio scelse il nome di Papa Francesco, ogni nuovo Papa dopo l’elezione deve scegliere un nuovo nome, questo equivale al tagliare col passato e dedicarsi completamente al nuovo ruolo.

Secondo la tradizione cattolica questa consuetudine nasce dal fatto che il nostro nome ci viene dato dai genitori, in un certo senso gli apparteniamo, così anche il nuovo papa deve appartenere alla chiesa e cambiare nome. Gesù stesso cambiò il nome del pescatore Simone in Kefa, che in aramaico significa “roccia”, “pietra”, da qui Pietro.

Ma forse l’usanza nacque dalla necessità di alcuni Papi di modificare il proprio nome, poco adatto al ruolo che avrebbero dovuto rivestire. Come Mercurio che avendo il nome di un Dio pagano cambiò il nome in Giovanni.

Il terzo papa a cambiar nome fu Ottaviano dei Conti di Tuscolo, eletto nel 955 con il nome di Giovanni XII. I due pontefici che gli succedettero non cambiarono nome ed ebbero un pontificato veramente corto, così a poco a poco si radicò nel popolo la credenza che un Papa, il quale conservasse il proprio nome, sarebbe morto entro l’anno.

L’usanza divenne una vera e propria abitudine intorno all’anno Mille ed in pochi osarono sfidare la sorte, addirittura sembra che quando Giulio dei Medici pretese di chiamarsi Giulio III nel 1523, i suoi consiglieri lo obbligarono a diventare Clemente VII.

Poco tempo dopo, il marchigiano Marcello Servio, prelato ancor giovane, robusto e senza superstizioni, si propose di sradicare questo pregiudizio, conservò il suo nome e venne eletto con il nome di Marcello II. Eletto il 10 Aprile del 1555 mori di lì a 25 giorni, e, dopo di lui, nessuno osò imitarlo.

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